FRANCHINI (LA TESA): "GIAVELLOTTO? FISICO E TENACIA!"

Per il terzo anno Giavellotto in pista nel meeting della DWC
05/04/2025

Per il terzo anno un cavallo di proprietà e allevamento italiano sarà in pista a Meydan in Dubai nel giorno della Dubai World Cup, quella che rimane una delle più ricche corse di galoppo in assoluto. Il suo nome è Giavellotto, allenato in Inghilterra da un italiano, Marco Botti, di comproprietà italiana visto che la Scuderia La Tesa che lo ha allevato ne ha ceduto il 50% all’indiano Vaibhav Shah. Sarà in pista sui circa 2400 metri del  Longines Dubai Sheema Classic alle 18.50 ora italiana.
E’ un figlio di Mastercraftman e Gerika, quest’ultima da Galileo, insomma un’ottima genealogia e qui inizia il nostro viaggio con la proprietaria della Scuderia La Tesa, Francesca Franchini, che abbiamo rintracciato proprio in Dubai, sul luogo del.. delitto.

“Più che del delitto direi della sofferenza per via della tensione e dell’emozione forte che ogni volta ci da l’affrontare questa trasferta. E’ vero che è il terzo anno che siamo qui in Dubai, ma è altrettanto vero che non ci si fa mai l’abitudine. Come occuperò le ore che mi separano dalla corsa? Cercherò di rilassarmi, di pensarci il meno possibile.”

Ma al di la di tutto è innegabile come sia una grande soddisfazione...
“E’ un luogo comune, ma è anche una profonda verità: i cavalli, per noi che li alleviamo, sono come figli e quando un figlio fa un qualcosa di importante è evidente che la soddisfazione, l’orgoglio, siano ai massimi livelli.”

L’allevamento della Scuderia la Tesa si trova in Lombardia, a Bagnolo Mella in provincia di Brescia e la soddisfazione di cui sopra nasce anche dal fatto che Francesca Franchini vive praticamente ai margini dei paddock e dedica tantissime ore a quella che è la sua attività principale; una dedizione totale che non ammette orari ed è così che un bel giorno è arrivato anche Giavellotto, il sauro volante, un cavallo che alle sue grandi qualità atletiche accompagna una bellezza e una morfologia fuori dal comune.

“E’ evidente che nell’allevamento ci voglia una buona dose di fattore “C” però abbiamo davvero fatto di tutto per avere un buon cavallo, partendo dalla mamma Gerika che è stata un’ottima cavalla da corsa, quinta nelle Oaks del 2008, forse meno fortunata in pista di quanto avrebbe potuto. Purtroppo è morta di parto due anni or sono quando ne aveva 17; ha fatto in tempo a regalarci l’ultimo suo prodotto che speriamo di vedere presto in pista. Nel caso di Giavellotto, così come per tutti gli altri nostri prodotti, la scelta del papà è stata certosina: Quando devo predisporre gli incroci oltre a studiare la “carta”  per me è importantissimo visionare gli stalloni nelle stazioni di monta e così è stato per Mastercraftman che oltre a rappresentare un incrocio, per così dire, classico e avere delle caratteristiche di pedigree compatibili, mi ha convinto anche sotto l’aspetto della morfologia e il resto... beh siamo qui...”

Qual è a suo avviso la dote migliore di Giavellotto?
“Credo la tenacia, oltre al fatto di avere un fisico meraviglioso. Anche quando ha vinto a Hong Kong a un certo punto nessuno forse si aspettava più un simile risultato, invece il cavallo ha reagito davvero alla grande e in questo credo anche che c’entri molto anche il grande affiatamento che ha col suo fantino, Oisin Murphy, che, tra l’altro, è stato quello che forse ha creduto più di tutti nella possibilità di andare a vincere in estremo oriente, un risultato incredibile”.
 

E cosa si augura per questa terza apparizione in Dubai, tra l’altro nell’alternanza dettata dalla doppia proprietà questa volta il cavallo correrà con la giubba “Italiana”...
“Si, è vero, questa volta tocca a noi e correremo con la nostra giubba. Anche per questo mi auguro anzitutto che il cavallo faccia bella figura. Certo vincere sarebbe un sogno, ma ora non ci voglio pensare... devo rilassarmi...”
 

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