PEPPE QUINTALE, FA RIMA CON GENIALE

.“Mi sono dato all'ippica prima che me lo dicessero gli altri”.
Peppe Quintale non si smentisce mai. L'intelligente ironia fa parte del suo DNA. Un personaggio geniale che ha sempre saputo reinventarsi. Nato a Napoli, dopo anni passati nei villaggi turistici come animatore, è stato attore, comico, conduttore televisivo e direttore artistico. Inviato delle Iene per anni e di Quelli che il calcio. A proposito di cavalli, con Valeria Marini è stato all'Amerique per seguire le avventure di Varenne quando questo nostro cavallo italiano infiammava le tribune. Dopo alcune vicissitudini attraversate durante il Covid, che gli hanno fatto cambiare le carte in tavola, attualmente ha la direzione artistica del Ristorante “Bottega Saffi” a Milano.
Ma quello che mi colpisce è la grande passione per il mondo dei cavalli che ha animato la sua vita e sul quale vuole dare un suo contributo.
Peppe, quando nasce?
Fin da piccolo, abitando a Bagnoli/Napoli, mio zio Gianni, ci ho chiamato anche un cavallo così, mi portava all'ippodromo di Agnano. Mi sono innamorato del galoppo perché lo trovo un movimento del cavallo molto più naturale, più realistico.
Quando hai avuto il tuo primo cavallo?
Era il 1997, me lo ricordo ancora. Ero alle Aste della Rima. Avevo un badget di 20 milioni ma come spesso va a finire ne ho spesi 30 per comprare un cavallo che poi ha ripagato totalmente i miei sacrifici economici. Il giorno stesso che l'ho acquistato è arrivato secondo e poi ha vinto diverse corse anche con i gentlemen.
E poi hai fatto l'allevatore?
Si, Awkard è stato il mio primo cavallo che ho allevato e fatto allenare da Salvatore Saggiomo, che purtroppo non c'è più, che è sempre stato sottovalutato a parer mio, ha vinto un gr2 a Pisa ad ostacoli. Purtroppo a Roma in un gr.1, l'ultimo ostacolo gli è stato fatale. Ho avuto a Milano Status, Dream Hall, Shinko Baby e tanti altri. Ho allevato Berkshire Rocco, secondo nel St. Leger, e Summer Shamal, partente a Royal Ascot.
E all'estero?
Ho fatto l'allevatore in Normandia, perché in Francia è più facile vendere i cavalli. In Italia secondo me la qualità latita. E faccio i complimenti agli allevatori italiani che fanno dei veri e propri miracoli. Sono dei missionari. Tra monte, spese di viaggi, allevare i puledri e mantenerli per un anno e mezzo ecc. ecc. è veramente un'impresa in questo momento nel nostro Paese ottenere degli introiti sufficienti per coprire tutti i sacrifici fatti.
E' più difficile avere soddisfazioni nell'ippica o nel mondo della Tv?
Sono due cose diverse. I cavalli seguono una legge naturale. Ci sono delle variabili dettate da eventi imprevedibili. E te ne fai una ragione. Nel mondo della televisione dipendi dal volere di qualcun altro (provini ecc.) dove entrano altre logiche. Io con lo spettacolo ho vissuto le mie primavere, ho dimostrato le mie capacità e sono soddisfatto così.
E' vero che quando lavoravi alle Iene hai fatto cambiare una regola del calcio?
Sì, ti ricordi le magliette che regalavo ai calciatori? Le Iene portano bene. Siccome quando facevano gol i giocatori a cui l'avevo consegnata, alzavano la maglietta per far vedere la scritta, loro a quel punto prendevano l'ammonizione. Ecco, dopo quelle situazioni, i giocatori non possono più farlo. Nell'ippica l'ho fatto fare a Max Tellini, dopo aver vinto il Parioli.
Che cosa pensi delle corse sui cavalli in Italia?
Secondo me ci dovrebbe essere una riforma delle scommesse. Bisogna avere più rispetto per gli scommettitori. In Inghilterra ci sono i picchetti, i bookmakers, le scommesse sono più divertenti. Per esempio su 16 cavalli partenti puoi permetterti di puntare su 3 cavalli vincenti e riuscire ad andare alla cassa. In Francia il PMU sostiene tutto il sistema grazie ai grandi eventi.
E che cosa proponi da esperto del settore?
Una scommessa che si chiama "Cavallotto". E' un gioco a combinazione molto divertente, valido solo attraverso una vidimazione, che potrebbe far entrare le persone in ippodromo.
In cosa consiste?
Verrebbero distribuite delle schedine prestampate, in più luoghi pubblici. Su queste schedine ci sono diverse combinazioni corrispondenti per esempio ad una determinata corsa. A San Siro, Capanelle eccetera. Sedici partenti e vengono messi i primi 8 classificati. La schedina però non è valida se non vai alla cassa dell'ippodromo per vidimarla. Basta un euro. Si crea evidentemente un montepremi che viene messo in palio ogni volta. Se non ci sono vincitori si genera un jackpot che viene messo in palio ogni volta su una corsa diversa, come succede nell'attuale quinté.
Non rientra nel gioco d'azzardo?
Ma no.
E' un'idea tua?
Sì certo. Da appassionato e innamorato dei cavalli vedere gli ippodromi così vuoti ogni volta che ci vado mi viene una fitta al cuore. Questo schiaffo l'ippica non se lo merita.
A buon intenditore poche parole.