IL MAESTRO DAVIDE LIVERMORE: L'ARTE PERFETTA DEI CAVALLI

“A teatro si crea dibattito, come succede nel mondo dei cavalli. Apre le coscienze e si genera comunità. E l'emozione che si vive a teatro è la stessa che ci procura il movimento al galoppo, elegante e deciso, di un purosangue”.
Più volte regista alla Prima della Scala e operistico di grande rilievo, direttore di numerosi teatri in Italia e all'estero, Davide Livermore è un prestigioso testimone dell'arte e la bellezza che uniscono i cavalli, la sua grande passione, e il teatro. La sua capacità di mescolare tradizione e innovazione lo ha reso uno dei registi più apprezzati nel panorama internazionale, consolidando la reputazione di uno dei personaggi più influenti nel mondo delle rappresentazioni teatrali.
Una famiglia di origine che ha vissuto a stretto contatto con l'ippica e con la storica scuderia milanese della Dormello Olgiata, o quella dell' Avv. D'Alessio e di Cumani. Un trisnonno caporale e da lì inizia la storia della famiglia Livermore, fatta di magia e sogni. Un'infanzia vissuta a stretto contatto con tutto quel mondo che rappresentava casa. I momenti di intimità vissuti nei box ad ammirare e a disegnare le linee sinuose di questi meravigliosi animali.
Sig. Livermore, lei è una figura molto apprezzata a livello internazionale, a quale opera sta curando la regia in questo periodo?
Sono a Montecarlo, al Teatro de l'Opéra. Sto curando la regia del “Das Rheingold”, l'oro del Reno, il primo atto dei quattro drammi musicali che costituiscono la tetralogia de “L'Anello del Nibelungo” di Richard Wagner. Sarò nel Principato di Monaco fino al 25 febbraio e poi di nuovo in giro per lavoro. Ad aprile sarò a Baden Baden in Germania per curare la regia della Madama Butterfly di Puccini.
Maestro, dal palcoscenico del teatro al prato dei paddock: che cosa le suscitano i cavalli?
Sensibilità, magia, un'anima principesca e poetica. Il mondo dei cavalli è fatto di alti e bassi, come la vita, come il teatro. Sono stato proprietario di cavalli forgiati da Bruno Grizzetti, allenatore e persona speciale, uomo dotato di fantasia, genialità e di travolgente simpatia. Trainer di Fulgentia, cavalla magnifica che ha vinto una Listed e che adesso fa la fattrice.
Da cosa nasce l'amore per queste creature?
La magia della corsa al galoppo di un cavallo è un'esperienza unica che affascina i sensi. Ogni passo del cavallo è un battito del cuore che risuona nell'aria.
Perché avere a che fare con i cavalli per molti è o era una vergogna?
Questo in Italia, perché la regina d'Inghilterra aveva una scuderia e ne andava orgogliosa. Una scuderia reale oppure una persone comune che possiede un cavallo sono uguali ai nastri di partenza (nell'800 si partiva con questa modalità) e il palo è implacabile per tutti. Nel nostro Paese pensi che il re, che possedeva cavalli ed era considerata intollerabile per molti una cosa del genere, ha dovuto creare falsi colori e intestare la scuderia ad altri.
E che cosa bisogna fare per donare di nuovo fascino all'ippica?
Abbiamo terminato di raccontare il mondo dei cavalli dal punto di vista etico e poetico. Non c'è più la cultura dell'ippica. Si pensa molto di più a portare il bottino a casa e creare un popolo di ludopatici e speculatori. Come si fa a parlare di sogno ed etica quando sono andati persi i valori di un uomo straordinario come Federico Tesio? Le persone di valore ci sono, ma non riusciamo più ad uscire dalla autoreferenzialità. Sono necessarie persone tecniche, ma bisogna anche creare contenuti capaci di fascinazioni utilizzando canali nazionali. Le immagini di un cavallo che balla, in un equilibrio e forza che incanta e lascia senza fiato, deve folgorare, non in funzione del gioco ma dell'etica.
Potrebbe mettere in scena una rappresentazione teatrale che riguarda un cavallo che ha fatto imprese epiche?
Perché no? L'arte, qualsiasi forma abbia, va narrata .
Michelangelo Buonarroti disse: "Ho visto un angelo nel marmo e ho scolpito fino a liberarlo".