PATRICIO RATTAGAN: IL POLO, LA SECONDA VITA DEL PUROSANGUE INGLESE

19/02/2025

Il polo è uno sport di origini nobili e lontane, nato nell'antica Persia e praticato soprattutto in Argentina, India e Inghilterra. L'esercito inglese lo praticava nei momenti di svago. Le due squadre si fronteggiano in sella a cavalli e munite di stecche di ratan, con l'obiettivo di mandare una palla di legno attraverso due pali. Ovviamente vince chi segna più punti. Filippo di Edimburgo, il principe consorte della compianta Regina Elisabetta II diceva: «L'unico sport che seguo è il polo». E la maggior parte dello sforzo è fatto da un cavallo.

Patricio Rattagan è un giocatore di polo argentino che si è innamorato dell'Italia. Da circa 15 anni, all'interno del Circolo Roma Polo club, ha creato un centro di allenamento dove addestra cavalli purosangue con l'obiettivo di utilizzarli per sé e di diffondere la cultura di questo sport di grande fascino e glamour nel nostro paese. Inoltre vuole far capire che questi cavalli non sono isterici o incostanti ma possono essere adattati anche ad altri settori.

Patricio, che caratteristiche fisiche devono avere i tuoi cavalli per il gioco del polo?

Cerco dei cavalli purosangue inglesi con genealogia irlandese perché ho capito negli anni che sono molto versatili; ho una preferenza per le femmine, molto più precoci rispetto ai maschi, e i castroni. Deve essere raccolto, forte, ben appiombato, perché deve girare stretto e scattare in un campo di 200 metri. Deve avere le spalle grosse e anche importanti sotto 1,60 al garrese, morfologia che aiuterebbe a far sì che si raggiunga un cavallo morbido in bocca, adatto al gioco del polo. L'obiettivo è riuscire ad avere praticamente un cavallo “telecomandato”.

Hai parlato di cavalli che prendi dal galoppo?

Sì, sono cavalli che provengono dalle corse del galoppo ma vengono ceduti perché non hanno raggiunto i tempi. A Capannelle collaboro con alcuni allenatori: Sbariggia, Di Dio, Forlini ed altri che mi chiamano quando hanno un soggetto adatto alle mie esigenze.

Quanto tempo ci vuole per adattarli ai nuovi movimenti?

Per riaddestrarli ci vuole circa un anno e mezzo. Utilizzo un processo di doma come se questi cavalli non fossero mai stati a contatto con gli uomini.

Hai avuto un cavallo che ha fatto un'ottima carriera?

Sì, una cavalla che avevo preso dalla Razza dell'Olmo, da Riccardo Menichetti, che è andata in Argentina a giocare con il cavaliere più importante al mondo. Una vera campionessa che è morta di colica. E' stata clonata perché in Argentina è una pratica diffusa e legalizzata con nuove tecnologie.

E se non dovessero rispondere bene?

Sono cavalli buoni, affidabili e cerco di darli via a clienti per fare passeggiate o turismo equestre e dopo pochi mesi li possono montare anche i principianti. Così non vanno nelle mani di commercianti senza scrupoli. Penso che sia fondamentale questo.

Tu sei un libero professionista. Come vieni ingaggiato?

Funziona come nella vela. Chi possiede una barca, oppure in questo caso una squadra di polo, chiama il giocatore di livello a seconda del torneo al quale vuole partecipare.

Il polo si puo' giocare su diverse superfici?

Sì, anche sull'erba, su un campo da calcio, e anche sulla neve dove vengono messi dei ramponi ai ferri per non scivolare.

In cosa consiste il tuo impegno per promuovere questo sport?

Ridurre lo spazio sul quale si gioca per avvicinarci il più possibile ai centri abitati e avere un'affluenza del pubblico più cospicua. Lo spazio necessario è minore e si gioca tre contro tre. Abbiamo già utilizzato il galoppatoio di Villa Borghese. Vorrei far capire che non è uno sport elitario ma che possono accedervi tutti. 

C'è stato già un approccio con il Masaf?

Si, stiamo lavorando, insieme alla Fise, ad un progetto che è già stato presentato a Piazza di Siena lo scorso anno, e ripreso in considerazione dal Direttore Generale Remo Chiodi, persona molto attenta e disponibile, per organizzare dei corsi per insegnare alla gente come addestrare i cavalli purosangue recuperati ed avvicinarli ad altre discipline; per il polo, per il turismo equestre ecc. Ma non solo. L'aspetto a cui tengo molto, perché i cavalli purosangue che non fanno attività agonistica, possono essere riadattati ed avere altre opportunità di impiego. Tutti i cavalli devono avere delle nuove opportunità e una seconda vita. Se lo meritano.

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