ROBERTO TONIATTI (ANACT): STATUTO? UN BICCHIERE MEZZO PIENO

Sabato scorso, l'Assemblea Nazionale dell'Anact (Associazione Nazionale Allevatori Cavallo trottatore) ha approvato all'unaminità il nuovo statuto. Un qualcosa che si attendeva da circa una trentina d'anni. Secondo quanto si legge nel comunicato emesso dall'associazione: "Le modifiche apportate rendono lo Statuto più moderno e in linea con i requisiti necessari per svolgere la propria missione di rappresentanza della categoria degli allevatori del trotto italiani."
Significativo, soprattutto il fatto che l'approvazione sia arrivata all'unaminità una convergenza frutto anche di una sapiente opera di mediazione portata avanti dal Presidente Roberto Toniatti...
"Quella della modifica dello Statuto è un tema che tiene banco da parecchio nelle riunioni dell'Associazioni. Avrebbe dovuto provvedervi il compianto presidente La Porta, anche in ossequio al suo ruolo professionale (notaio n.d.r.). Purtroppo la sua prematura scomparsa ha fermato tutto. Abbiamo riannodato i fili e finalmente siamo riusciti a clncludere il percorso."
Soddisfatto?
"Mi piace vedere il bicchiere mezzo pieno e quindi dico di si anche perchè l'approvazione arrivata all'unaminità rimarrà un po' negli annali. Se ci fosse stato un irrigidimento delle posizioni si sarebbe rischiato di vanificare tutto il grande lavoro fatto in questi mesi. Dico però anche che si sarebbe potuto fare di più, avremmo dovuto forse dare un segnale più forte di discontinuità, ma quando si è al timone di un'associazione comunque composita come la nostra è giusto anche pèrtare avanti un'opera di mediazione. Intanto però diciamo che ci siamo messi a posto perchè quella della ridefinizione dello statuto era una partita che dovevamo chiudere anche nei confronti delle Istituzioni."
Cosa è mancato secondo Lei?
"Forse avremmo dovuto fare un qualcosa di più sulla questione delle varie tipologie di allevatore, quelli con terra e quelli senza. Alla fine qui le cose sono rimaste più o meno com'erano con la parità di poteri decretata anche dallo Statuto. Una diversificazione ci avrebbe forse aiutato su alcuni aspetti compreso quello della PAC agricola, un altro tema sul quale poi dovremo tornare a confrontarci con il Masaf, ma mi rendo conto che in un ippica dove ormai non esistono più i ruoli ben definiti come qualche tempo addietro, dove a seconda dei casi tutti siamo allevatori, proprietari, professionisti etc era difficile far passare un concetto così radicale."
E quali invece le modifiche positive, importanti che le fanno vedere, come diceva, il bicchiere mezzo pieno?
"Beh anzi tutto ci siamo modernizzati, riconoscendo la possibilità dell'uso anche in materia assembleare ed elettiva delle nuove metodologie. Abbiamo definito anche l'annosa questione delle deleghe stabilendo che queste dovranno essere certificate anche via Pec e soprattutto che ogni socio potrà rendersi portatore di massimo una delega ponendo fine a delle procedure e degli equivoci che in passato sono state spesso fonte di discussioni. Poi abbiamo tolto un po' di equivoci, dato una rinfrescata ai testio che spesso facevano ancora riferimenti ormai anacronistici a Unire e Encat. In somma un testo all'insegna della modernizzazione, sia teorica che pratica."
E adesso?
"Adesso chiusa questa partita dobbiamo concentrarci per lavorare su altri elementi, riuscire in qualche modo ad invertire un trend che non deve più essere negativo, ma realistico. Se come qualcuno sostiene l'ippica vive ancora un filo al di sopra delle nostre possibilità dobbiamo fare in modo di azzerare questo gap. Ovviamente con l'aiuto delle Istituzioni per far si che quel bicchiere sia sempre più pieno e meno vuoto."