QUELLA VOLTA CHE... BOLKONSKI, GRUNDY E L'AVVOCATO D'ALESSIO...

Tra una quindicina di giorni ricorrerà il 50° anniversario di una vittoria storica per il nostro galoppo: quella di Bolkonski su Grundy nelle 2000 Ghinee a Newmarket. Abbiamo chiesto a Mario Berardelli di farci rivivere questo spaccato di ippica in bianco enero...
La nostra storia ha inizio, se vogliamo, nel dicembre del 1972 ma il suo stupefacente epilogo avviene nel 1975. Proprio cosi, 50 anni orsono, mezzo secolo, ricorrenza tonda tonda. Che celebriamo con passione, gioia immutata, orgoglio assoluto : alla fine di aprile del 1975 sulla dirittura di Newmarket il Galoppo Italiano ha raggiunto uno dei suoi tanti meravigliosi zenith quando al termine delle 2000 Ghinee sul palo di arrivo sono giunti primo e secondo Bolkonski e Grundy. Non era mai accaduto e mai ancora si è ripetuto un tale trionfo per l’Ippica Italiana. Quel 1975 andò in archivio come Annata Aurea anche per tutti gli altri stupefacenti risultati che il galoppo italiano seppe conquistare e che , con orgoglio immenso, vogliamo celebrare ricordando e ripercorrendo quelle vicende cosi dolci, meravigliose, splendidamente indimenticabili. Perché la nostra storia inizia nel 1972? Perché alla fine di quell’anno , in occasione delle December sales, Carlo e Francesco D’Alessio, forse scandalizzando i presenti, si aggiudicarono , alzando la mano fino alla cifra di 7.000 sterline un foal sauro figlio di Balidar e Perennial che era una figlia di Dante e che era espressione del nick classico Hyperion / Nearco . La cifra era almeno il doppio della media del prezzo dei foals dello stallone Balidar. Il puledrino fu trasferito in Italia a Barbaricina sui prati della Razza Latina dove maturò pienamente e completò il suo sviluppo per entrare poi, in ottobre del 72, nelle scuderie di Sergio Cumani allenatore della Cieffedi. Uno dei motivi per cui, forse, Carlo e Francesco D’Alessio si risolsero a spendere una cifra superiore allo standard dei figli di Balidar potrebbe essere data dal fatto che , proprio nella primavera del 72 , con i loro colori aveva esordito Pentotal che era un figlio di Will Somers che era il padre di Balidar. Pentotal nella sua carriera di due anni fu il migliore in tema di velocità vincendo il Criterium di Roma, quello di Napoli allora sui 1000 metri e il Divino Amore. Spostiamoci adesso di un anno, autunno del 73 , ancora una volta siamo alle Aste questa volta degli yearling. Entra nel ring un figlio di Great Nephew con madre da Worden. Non un pedigree da far fare follie, appeal discreto ma non esaltante. Carlo Vittadini si inserisce nella licitazione del sauro ( già, due sauri) , rilancia e alla fine se lo aggiudica con determinazione assoluta pagandolo, anche in questo caso, una cifra contenuta ma superiore alla media dei prodotti figli di Great Nephew, un continuatore di Fairway che fu il fratello bravo di Pharos che però si vendicò generando Nearco. Certamente Carlo Vittadini intuì anche il potenziale enorme di Worden nel ruolo di nonno materno. Il puledro allevato dallo Overbury stud entrò subito nelle scuderie di Peter Walwyn a Lambourn. La nostra Storia poteva dunque iniziare.
Due vite parallele che invece e per una sola volta incredibilmente si incrociarono. Bolkonski esordisce a San Siro, siamo nel 1974, sconfiggendo Atlante che però la volta successiva ha la meglio su di lui. Ad un occhio esterno poteva sembrare un due anni come tanti, discreto ma certo non di più. Non per la genialità assoluta di un trainer come Sergio Cumani, grandissimo allenatore moderno, che ad inizio novembre decide di testare la caratura del suo allievo alle Capannelle nel premio Tevere sul miglio nel quale il capitano di scuderia è tuttavia Laomedonte dai più nobili natali. Proprio nel Tevere , a sorpresa, tutti noi scopriamo Bolkonski che vince e con disinvoltura nelle mani di Gianfranco Dettori che sarebbe diventato prima monta della Cieffedì a partire dall’anno successivo. Breer Rabbit, eccellente, finisce secondo e Laomedonte che sarà comunque un fior di cavallo è però solo terzo. Bolkonski sverna a Pisa ma , crediamo , in febbraio Carlo D’Alessio e Sergio Cumani danno il via alla strabiliante sfida : il cavallo si trasferisce a Newmarket nelle scuderie di Henry Cecil presso il quale è assistente allenatore Luca, il figlio di Sergio Cumani. In lavoro il cavallo soddisfa il grande trainer che prima di allora aveva primeggiato nelle Eclipse con Wolver Hollow (tenetelo a mente perché ne riparleremo) e proprio in quel 75 darà inizio alla sua folgorante carriera piena di trionfi. Cecil decide di provarlo nelle Craven sul tracciato delle Ghinee.
Risposta eccellente , secondo di No Alimony. Via libera anche per le Ghinee dunque e con la monta di Gianfranco Dettori. Nel betting parte a 66 contro uno per chiudere a 33, sempre una quota da outsider. Ha inizio anche la vita parallela di Grundy che piace subito al suo trainer Peter Walwyn, già in primavera mostra le stimmate del cavallo potenzialmente importante. Infatti la sua carriera a due anni lo consegnerà imbattuto alla sosta invernale. Due vittorie per entrare in scena (una nelle Sirenia Plate) e poi, al terzo ingaggio, ecco le Champagne di Doncaster , il gruppo due sui 1400 metri. Facile affermazione che autorizza il preclaro tentativo nelle Dewhurst , il vero summit mondiale per i due anni sempre sui 1400 ma a Newmarket in dirittura. Non manchiamo all’appuntamento e ci piazziamo sulla tribuna quasi frontale appena dopo il traguardo e siamo accanto a Franca Vittadini e Luca Cumani. Un canter che ci lascia sbalorditi, davvero le stimmate del campione che si consacra. Alle sue spalle Steel Heart e Baldur. Il miglior due anni europeo è
Grundy. Obiettivo primaverile le Ghinee passando per le Greenham di Newbury , praticamente in casa. Purtroppo un contrattempo costringe Walwyn a saltare un paio di lavori, un ritardo che Grundy paga al rientro contro Mark Antony che lo precede. Il traguardo restano sempre le Ghinee e cosi ecco che alla fine di aprile , nel grande pomeriggio, con tantissimi italiani in tribuna , le strade dei due nostri Campioni si intersecano per la prima ed ultima volta nella loro vita. Quella edizione delle Ghinee fu eccezionale ed unica anche per altri motivi. Gli artieri inglesi sono in stato di agitazione e proprio nel pomeriggio delle Ghinee scendono in sciopero. I cavalli vengono accompagnati al tondino dai caporali ma alle gabbie di partenza non trovano nessuno. Lo starter stabilisce allora di dare il via con la bandiera , circa 20 metri davanti alle gabbie. Sarà il miglio più corto della Storia. Non solo , a 1000 dalla partenza e quindi a 600 dal palo , un centinaio di artieri sono sdraiati sulla pista e non sembrano avere intenzioni di spostarsi. Lo Starter decide di dare lo stesso il via alla corsa , appunto con la bandiera. Pat Eddery in sella a Grundy è attentissimo , è il favorito, non può farsi prendere contro tempo. Un cavallo si lancia furibondo in testa, è Speedy Dakota , i suoi primi mille metri sono da brivido, forse sotto il minuto. Grundy e Pat Eddery sono costretti a non perderlo di vista , sono lì vicino. Gli artieri sono sempre sdraiati per terra, i cavalli e i fantini non fanno una piega e viaggiano come treni. Si rischia la tragedia ma , per fortuna, quando i cavalli sono a 50 metri da loro gli artieri velocemente si alzano e si crea un varco, modello Mar
Rosso, non enorme nel quale si buttano i protagonisti della corsa sempre guidati da Speedy Dakota a tutta birra. E Bolkonski ? Molto cauto in avvio Gianfranco Dettori con sapienza non gli chiede nulla se non di salire sereno col suo passo nelle retrovie. Chi scrive è questa volta sulla tribuna laterale più alta , in cima. Un centinaio di metri dopo il guado del mar Rosso Speedy Dakota esala l’ultimo respiro agonistico e di colpo si fa da parte. Pat Eddery ha un secondo non di più per decidere, rompe gli indugi e chiama a fondo il suo Grundy. Un volo superbo che lascia sul posto tutti gli altri. Sembra fatta e cominciamo ad urlare ( subito dopo le Dewhurst avevano bene appoggiato Grundy nell’ante post delle Ghinee) . Grundy risponde benissimo e si allunga imperioso mentre pian piano al centro della pista avanza la figura di un altro cavallo che esibisce progressione sostanziosa. Chiediamo chi sia a Carlo Zuccoli che ci è accanto… -“ E’ Bolkonski…” e noi di rimando … “ Bene , primi e secondi… alla grandissima” . Cinquanta metri dopo Grundy
esausto si arrende e Bolkonski lo sorvola imperiale , gestione sublime di Gianfranco Dettori. Primi e secondi nelle Ghinee (terzo fu Dominion) d’accordo ma la nostra scommessa autunnale evapora come neve al sole e noi ci accasciamo sulla balaustra da dove riemergeremo soltanto una corsa dopo e cosi non abbiamo potuto quindi vivere il trionfo del rientro di Bolkonski e la felicità di Carlo D’Alessio che si svela al mondo attorniato da un mare di appassionati italiani. Il nostro tragico pomeriggio diventava totale quando , per rientrare in termini di scommesse , nelle Palace House sui mille secchi , gruppo tre, ci spogliamo su Bay Express , il favorito con in sella Lester. A cento dal palo è fatta, siamo primi in facile controllo, il nostro respiro si fa sereno e non facciamo caso all’incedere di un cavallo lungo lo steccato esterno sotto frusta disperata da 400 metri. E’ Hot Spark con in sella Bruce Raymond. A 30 dal palo Bay Express si spegne del tutto e sul palo Hot Spark gli è davanti di un muso. Mentre tutti gli italiani ancora festeggiano brindando a pieno regime da un bar all’altro dell’ippodromo il nostro Ghinee Day termina in lacrime amarissime. Waterloo al confronto fu una vittoria. Solo più in là nel tempo ci rendemmo conto realmente di cosa era accaduto : il galoppo italiano era nella Storia e il 1975 era solo all’inizio. Bolkonski, gigantesco, saprà vincere al Royal Ascot le St James Palace st davanti a Royal Manacle e Nurabad, saprà ribadire la sua superiorità contro gli anziani nelle Sussex durante il Glorious Goodwood dinanzi a Rose Bowl e Lianga e chiuderà la stagione con uno splendido rating di 134 prima di andare in razza. Grundy si prenderà immediata rivincita andando al Curragh a vincere le 2000 ghinee irlandesi sconfiggendo Monsanto e Mark Anthony, proseguirà la sua sensazionale carriera trionfando nel Derby di Epsom davanti a Nobiliary ( la femmina di Bunker Hunt) e Hunza Dancer.
Non pago farà suo anche il derby del Curragh , qui sconfiggendo King Pellinore e Anne’s Pretender, completando la suite con la epica affermazione nella corsa del secolo ( cosi è passata alla storia ippica) ovvero le King George , ovviamente eravamo sul campo ma già ad Epsom avevano risollevato le nostre sorti. Una corsa fantastica nella quale Grundy fu capace di ben tre spunti compreso quello finale per respingere un Bustino stellare in sella al quale Joe Mercer si era tenuto in serbo le ultime cartucce da sparare a fil di palo al termine di un duello siderale. Tanto per dire
una come Dhalia fu terza. Al termine dell’anno Grundy acquistato dalla Istituzione ippica inglese entrò in razza forte di una valutazione di 137 libbre. Non crediate che il nostro 75 sia limitato a ciò che vi abbiamo raccontato. Carlo D’Alessio trionfò anche con Wollow ( proprio un figlio di quel Wolver Hollow allenato da Cecil) , due anni, che vinse , esattamente come Grundy, le Champagne e le Dewhurst per poi , a tre anni, consegnare definitivamente il suo proprietario alla Storia mondiale del Turf grazie alla affermazione proprio nelle Ghinee davanti a Vitiges e sempre con Gianfranco in sella che nel frattempo aveva vinto anche le Ghinee irlandesi con Pampapaul. Carlo D’Alessio fu il primo a vincere due volte consecutivamente il summit per i tre anni sul miglio dopo 120 anni. Stellare. Non solo : Wollow fece sue anche le Eclipse contro gli anziani cosi come le Sussex e si consacrò a York sui 2100 delle Benson in un indimenticabile pomeriggio nel quale la felicità dell’avvocato fu alle stelle. Era diventato uno dei più eccezionali proprietari mondiali. A
cena nel ristorante del Post House Hotel , dove tutti alloggiavamo, con le finestre che lambivano la dirittura di fronte della pista, si commosse per la gioia condivisa con il piccolo gruppo di noi amici. Una onda lunga che proseguì ancora per diversi anni da meraviglioso protagonista del Turf internazionale. Il 75 di Carlo Vittadini fu planetario : Grundy primo nel derby di Epsom e del Curragh, Orange Bay in quello italiano , Patch secondo ad una narice , a Chantilly in quello
francese, da Val de L’Orne (terzo Mariacci) e ancora non crediamo a ciò che vedemmo. Il dottore riuscì a compiere una impresa davvero straordinaria ed anche lui fu protagonista pazzesco degli anni 70 nel mondo: Ortis vinse le Hardwike e seguì Mill Reef nelle King George dove poi Orange Bay fu secondo ad una narice da The Minstrel e poi ancora terzo. Per non dire di Habat. Ovviamente solo per citare alcuni dei successi straordinari di Carlo Vittadini che aveva iniziato la
sua rincorsa al tetto del mondo circa 20 anni prima acquistando Exar con il quale , dopo i successi italiani griffati Benetti, colse alloro nelle Doncaster Cup. Vent’anni per essere ….. Grundy ! Sono passati 50 anni, mezzo secolo, da quelle stagioni meravigliose, una delle tante Golden Age del nostro Turf. Non dobbiamo mai recidere i legami con il nostro passato. E’ nel passato che si sono consolidati i fondamentali della nostra Cultura straordinaria che, oggi, deve e sarà la grande risorsa che ci permetterà di disegnare nuovamente un domani importante . Non soltanto 50 anni
dalle indimenticabili Ghinee : quest’anno ricorrono anche, in ottobre, i 70 dal primo Arco di Trionfo di Ribot e , a luglio quando si correrà il Grand Prix de Paris, potremo anche festeggiare i 90 anni dalla nascita di Nearco. Non dimentichiamo mai che dalla metà degli anni venti ed ancora fino alla fine dei dieci di questo secolo, il galoppo italiano è stato ripetutamente formidabile protagonista internazionale. Ne dobbiamo essere fieri e nello stesso , tuttavia, degni !
Lo dobbiamo agli strabilianti personaggi che hanno reso grande il nostro Turf. Come Carlo D’Alessio e Carlo Vittadini. E’ stato un onore per noi averli conosciuti !