LORENZO SCALORA, IL GALOPPO MI FORGERÀ IL CARATTERE

“Sono chiuso, devo imparare ad aprirmi di più”.
Una premessa. I ragazzi che abbiamo intervistato sono veramente speciali e si meritano di sognare ad occhi aperti sul loro futuro. E' la volta di Lorenzo Scalora, 21 anni tra pochi giorni, è nato a Solarino in provincia di Siracusa, ed è nipote d'arte. Lo zio è Daniele Scalora, fantino siciliano che monta all'Ippodromo del Mediterraneo. Fresco allievo fantino uscito dalla scuola pisana di San Rossore dove ha dimostrato grandi capacità di cui deve ancora prenderne coscienza. Ma sono sicura che riuscirà a fare molto bene. E' un'anima pura.
Lorenzo, è stato tuo zio a portarti nell'ambiente delle corse dei cavalli?
Sì, è grazie a lui che ho potuto appassionarmi al galoppo. Una passione che possiede anche mio padre che ha preso da poco la patente da allenatore per hobby. Grazie anche a Stefano Postiglione dal quale sono andato ad imparare il mestiere stando a contatto con i suoi cavalli.
E del corso come ne sei venuto a conoscenza?
Da mio padre che mi ha messo subito in contatto con Maurizio Zeni, rappresentante dell'UIF, Unione Italiana Fantini.
In cosa devi migliorare?
Nel carattere. Tendo a demoralizzarmi facilmente. Anche dove sono adesso, da Endo Botti e Cristiana Brivio, mi dicono che devo fortificarmi per inseguire il sogno di intraprendere la professione di fantino.
Ti trovi a Barbaricina?
Sì, un posto bellissimo e vorrei cercare di restare qui e non deludere nessuno. Stare a contatto con Dario Di Tocco, Sandro Gessa, Alessio Satta, è un incentivo per forgiare carattere.
Loro mi stanno dando una grossa mano.
Ma a chi chiedi consigli più spesso?
A mio padre e a mio zio che hanno sempre creduto in me stimolandomi ad andare avanti con convinzione. Zio Daniele ha tre figlie femmine e quindi tutte le sue ambizioni sono rivolte verso di me che sono il suo figlioccio. Quando sono in difficoltà so per fortuna a chi rivolgermi.
Chi verrà a vederti dalla Sicilia il 17 aprile, il giorno del debutto?
Tutta la mia famiglia di sicuro e alcuni parenti. Devo fare bene a tutti i costi.
Qual è la cosa che ritieni importante da fare in quel giorno?
Seguire e attenermi agli ordini dell'allenatore.
I tuoi idoli?
Mi piace l'energia di Dario Di Tocco, la classe di Cristian Demuro e Antonio Fresu. E poi non posso non citare mio zio Daniele.
Sei molto legato alla tua famiglia, quando li senti?
Tutti i giorni. Non ero mai stato così lontano da casa.
Ambizioni?
Diventare forte a livello di Cristian Demuro per rendere orgogliosi tutti quelli che mi vogliono bene.
Eccolo il guizzo che volevamo sentire da Lorenzo.
E se tu dovessi vincere al debutto a chi dedichi la vittoria?
A papà, allo zio che non mi abbandonano mai e poi al nonno materno Salvo che non c'è più: non era appassionato di ippica, ma mi ha voluto un gran bene.