CORSO ALLIEVI FANTINI: GIADA ARNESE, UN SOGNO CHE SI AVVERA.

Qualche giorno fa all'Ippodromo di San Rossore dodici giovani provenienti da più regioni hanno preso la qualifica di allievi fantini grazie ad un bando della Regione Toscana. La Società Alfea si è impegnata nella formazione di figure del settore ippico, con la speranza di aver preparato validi futuri professionisti e la Direzione Generale dell'ippica vuole dare risalto a questa iniziativa che ha avuto il patrocinio del Masaf.
Giada Arnese è una ragazza di 19 anni di Legnano che ha frequentato il corso per allievi fantini a Pisa San Rossore. Un diploma di tecnico agrario e una passione per i cavalli trasmessa dal padre che l'ha sempre portata a vedere le corse all'Ippodromo Le Bettole di Varese. Una futura jockette che non vede l'ora di scendere e misurarsi in pista contro i futuri colleghi e colleghe: nonostante la grande timidezza sembra molto determinata. Una vocina flebile risponde alle nostre domande.
Giada, come mai hai deciso di intraprendere il percorso per diventare un futuro fantino?
Stare con i cavalli purosangue è un sogno che avevo fino da bambina, infatti per qualche anno ho preso lezioni di equitazione e poi il mio papà ha amplificato questo mio desiderio portandomi alle corse al galoppo a Varese.
Che esperienza è stata fare il corso?
Bella esperienza. Ho approfondito la conoscenza su tutto quello che riguarda il cavallo, la vita di scuderia, imparato tante terminologie e le origini storiche dell'ippica. Abbiamo studiato il regolamento delle corse, la mascalcia, veterinaria e l'alimentazione. Sei ore al giorno di intenso studio dalle 8.30 alle 14.30 per quattro mesi. Le lezioni pratiche le abbiamo fatte sopra un cavallo meccanico.
Siete stati promossi tutti?
Si.
Non eri l'unica ragazza, vero?
Insieme a me c'erano altre due ragazze.
I ragazzi giovani di solito hanno degli idoli: i tuoi?
Dario Di Tocco, che è uscito dalla scuola pisana, Dario Vargiu e non posso non citare Frenky Dettori. E poi stimo tanto la jockette britannica Hollie Doyle, una vera campionessa, molto temuta da tanti colleghi uomini.
Che cosa ti appassiona del mondo delle corse?
Mi piace vedere arrivare i cavalli in dirittura di arrivo a tutta velocità, come si dispongono e il pubblico che li incita.
Ma non hai paura di andare ad oltre 50 km orari in punta di piedi sulle staffe?
Paura no. E' proprio quello che mi piace, l'alta velocità.
Hai già preso contatto con un cavallo da corsa?
Sì, la mattina dall'allenatore Marco Gonnelli ho montato i suoi cavalli. Intanto, sto provando a fare l'artiere.
Chi ti ha spinto a fare il corso?
Il mio papà in primis e poi Marco Gonnelli che mi ha detto che sono portata a stare sul cavallo da corsa. Lui crede in me.
E tuo papà cosa ti ha detto?
E' contento perché io sono la continuazione della sua passione e sogna con me, una volta ricevuta la patente, vedermi debuttare in una corsa dedicata a noi giovane leve.