PICCIONI (ALFEA): 12 NUOVI ALLIEVI FANTINO, BILANCI, SODDISFAZIONE E... SCONGIURI

Il Direttore Generale dell'Alfea Emiliano Piccioni
24/03/2025

La scorsa settimana si è chiuso il Corso per “Artiere Allievo Fantino” organizzato dalla società Alfea di San Rossore (Pisa) in collaborazione con la Regione Toscana e in particolare con l’Assessorato all’Istruzione e ovviamente con il patrocinio del Masaf. Undici ragazzi hanno già ottenuto la qualifica di allievo fantino (ne arriverà una 12.a  fermata da un piccolo problema fisico). E’ un grande successo visto che un’iniziativa del genere mancava da circa otto anni. E si che in passato dalla scuola allievi fantino di Pisa sono usciti fuori nomi molto importanti del panorama mondiale del galoppo. Basti pensare a Umberto Rispoli che risiede da un bel po' di tempo negli Stati Uniti, dove attualmente risiede e lavora, ma che ha vinto anche in Giappone; Cristian Demuro oggi di stanza a Chantilly e che ha vinto già due edizioni dell’Arc de Triomphe; Antonio Fresu che vive e lavora in California, dopo aver a lungo dominato le stagioni in Dubai ed è stato addirittura recentemente “testimonial” del Santa Anita Derby; Alberto Sanna, plurivincitore di corse di Gruppo in tutto il mondo, attualmente professionista molto stimato in Qatar. E come non ricordare che dall’ultimo corso nel 2016 è uscito fuori un certo Dario Di Tocco attuale fantino campione d’Italia e vincitore del Derby Italiano dello scorso anno.
Vale la pena, per dare l’esatta dimensione di ciò che rappresenta, riportare anche un po’ di numeri della Scuola Ippica di San Rossore nata nel 1998 per iniziativa di Alfea in collaborazione con l’amministrazione provinciale (l’allora assessore Antonio Melani). Le successive edizioni del corso per allievi fantini hanno dato un esito di vera eccellenza che si può sintetizzare in questi numeri: il 78,8 degli allievi svolge attualmente la professione di artiere o fantino; il 12,5 lavora comunque nel settore ippico; il 95 per cento degli allievi ha debuttato in corsa mentre il 18,8 ha vinto almeno un Gran Premio.

Insomma per Emiliano Piccioni, Direttore generale dell’Alfea, ci sono buoni motivi di soddisfazione...
“E’ stato molto importante riuscire a ripristinare il Corso che, va ricordato, era nato da un’idea di Stefano Meli che aveva fondato la scuola sfruttando i corsi della provincia e cercando (con successo) di vincere i relativi bandi. Devo dire che all’epoca avevamo costituito un bel gruppo di docenti. Poi col passaggio delle relative competenze alla Regione Toscana, nel 2010, il filone si è interrotto. Abbiamo fatto il tentativo nel 2015/2016 in totale autonomia senza finanziamenti eppure siamo riusciti a tirare fuori ragazzi importanti come Di Tocco, Saiu chiedendo anche prestazioni a titolo pressoché volontario, di amicizia. E’ chiaro che, perdurando l’assenza di finanziamenti ci siamo dovuti fermare, però in quell’occasione siamo comunque riusciti a dimostrare che anche con poco si poteva riuscire a fare qualcosa...”

Però ci avete riprovato...
“Lo scorso anno abbiamo trovato una nuova sensibilità nella Regione Toscana, grazie anche all’Assessore Alssandra Nardini. La Regione ha infatti messo in un programma dedicato al mondo del cavallo quasi un milione di euro. E’ stato interessato l’equiturismo, sono stati fatti corsi di Mascalcia. Tra questi anche un corso di formazione per artiere addetto alla cura, all’allenamento e al benessere del cavallo. A quel punto abbiamo messo in piedi un partenariato con un’agenzia formativa e abbiamo vinto il bando. Siamo partiti proprio sotto le ferie estive, il 5 agosto, abbiamo selezionato 27 ragazzi divenuti poi 15, e in 12 hanno portato a termine il corso che si è snodato attraverso 600 ore di lezione in aula e 300 ore di stage presso le scuderie anche importanti: a Roma, da Grizzetti al nord, da Gonnelli a Pisa. Da questo punto di vista abbiamo anche dovuto superare un po’ di resistenza della Regione perché voleva che gli stage fossero fatti esclusivamente in Toscana, ma alla fine siamo riusciti a far comprendere le difficoltà logistiche che ciò avrebbe comportato. Ora i ragazzi hanno ottenuto la qualifica professionale europea di artiere e dal Masaf è arrivato il riconoscimento per la qualifica di allievi fantini che ha consentito loro di stipulare contratti di monta. Stiamo lavorando per fare il 17 aprile una corsa di debutto proprio nell’ultima giornata della stagione che sarebbe anche una degna chiusura del cerchio. Tra l’altro so che il Sottosegretario La Pietra vorrebbe fare anche una specie di cerimonia pubblica... Vedremo. ”

Ci saranno altri corsi?
“Non so. Dipende ovviamente dai fondi. L’assessore Nardini è rimasta favorevolmente impressionata da quanto abbiamo fatto. Abbiamo anche superato la classica diffidenza che accompagna il settore ippico. Calcola che ci hanno chiesto di fare da noi un corso per gli stable manager addetti all’equiturismo. Non è legato al nostro settore, ma comunque è uno sfogo e in ogni caso tutto ciò che attiene al mondo del cavallo da noi è sempre ben visto. Certo sarebbe importante per dare continuità che nelle pieghe del bilancio del Masaf si riuscissero a trovare 30/40mila euro per finanziare almeno in parte i corsi...”

Parliamo dell’attività di San Rossore. Si avvicina la fine della stagione... un bilancio si può già fare?
E’ stata una stagione in chiaroscuro venivamo da tre anni (il 2022/23 e 24) decisamente a freccia in su con tutti i numeri in crescita. Questa stagione ha visto una prima parte fino a dicembre buona come pubblico, abbiamo avuto qualche problema con la pista dovuto alla pioggia, ma ce la siamo cavata. Purtroppo il 2025 ci sta penalizzando sull’aspetto climatico. Quando piove ovviamente possiamo contare solo sul pubblico puramente ippico e c’è da dire che nelle ultime settimane il tempo è stato spesso brutto soprattutto nei week-end. E’ vero che contro il meteo si può fare poco. Però considerando questa penalizzazione possiamo dire di essere comunque soddisfatti di quanto abbiamo fatto.”

C’è ancora la domenica del “Pisa”... che giornata sarà?
Sappiamo che sotto l’aspetto tecnico purtroppo il Premio Pisa e il Regione Toscana sono stati declassati. E’ un trend contro il quale è molto difficile, se non impossibile, lottare. Rimane però una festa del territorio e una giornata di grande attenzione per l’ippica e per il galoppo in particolare. Abbiamo molte richieste di partecipazione anche sulle tribune e nell’area ospitalità. Peccato per la coincidenza con l’altro evento ippico a Torino riguardante il trotto, ma c’è anche una situazione “europea” con la quale fare i conti e quindi dobbiamo fare di necessità virtù. Speriamo almeno di avere confermata l’integrazione televisiva delle giornate evento come negli scorsi anni. Sul piano dello spettacolo, tempo permettendo per il quale facciamo tutti gli scongiuri del caso, sarà una gran bella giornata. Abbiamo confezionato tanti eventi collaterali che sicuramente faranno divertire il pubblico che interverrà all’ippodromo.”

Chiudiamo con un discorso di ordine generale. In queste settimane ferve il dibattito ippico anche sulle nostre pagine. Si parla molto di “ridimensionare l’attività di alcuni ippodromi, compreso quello di San Rossore. Lei che ne pensa?
“Quando sono arrivato io Pisa faceva 52 giornate in un anno. Ora siamo attestati tra le 40 e le 44. Insomma mi sembra che ci sia stata una bella contrazione dell’attività. Penso che bisogna considerare almeno un paio di aspetti. Il primo è che nel centro di allenamento di San Rossore ci sono circa 500 cavalli cui dobbiamo dare la possibilità di correre. Ora la stagione invernale è quella che è con Firenze chiuso, Livorno anche e non è che tutti possano andare a correre a Follonica. Dovessero cambiare queste condizioni si potrà magari parlare di una diversa distribuzione. Poi va detto che l’attività dei mesi invernali è prettamente quella delle corse di minima e non è che si possa andare a correre a Milano o Roma (quando sono aperti) affrontare spese importanti e difficilmente ammortizzabili da una certa fascia di cavalli.
L’altro aspetto riguarda gli ippodromi e il rapporto convenzionale. Prima si lavorava all’insegna del meno corri, meno spendi a parità di incasso (una volta superato il concetto della stagionalità n.d.r.). Oggi si va in direzione opposta e anche di questo bisognerà tener conto nell’organizzare l’attività anche in una prospettiva a livello nazionale."

 

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