MARIO ROBBIANO: LA BELLEZZA DEL POLO GRAZIE AL PUROSANGUE INGLESE

Proprietario di un'azienda agricola che coltiva riso nella zona di Vercelli, allevatore di cavalli purosangue adattati al gioco del Polo. Queste sono le attività di Mario Robbiano che ha cercato di unire l'utile al dilettevole: stare a contatto con i suoi purosangue adattati a questo sport affascinante e faticoso, in uno spazio di diversi ettari. Giocatore di polo per passione, ma con le stesse ambizioni di un cavaliere che lo fa di professione.
Come è nato questo amore per il polo?
Sono uno sportivo per natura. Mi sono sempre cimentato nello sci, tennis ed equitazione. Nel 2004 mi sono imbattuto casualmente in un torneo che si disputava in una scuola nel Novarese e da lì sono stato folgorato dai cavalli argentini. Ho fatto la scuola e dopo un esame teorico e pratico ho preso il patentino per gareggiare. A quel punto ho acquistato dei cavalli del Sudamerica, da sempre considerati i migliori per questa disciplina.
E come è arrivato al purosangue inglese?
Nel 2007, a causa di un incidente stradale, dove purtroppo ho avuto la disgrazia di perdere i miei cavalli, ho avuto la possibilità di vedere una purosangue inglese non bella, ma che aveva i movimenti, l'agilità e la resistenza adatti al Polo. Ne sono rimasto stupito.
E da lì è partito tutto?
Inizialmente avevamo provato a fare degli incroci con il quarto di miglio, ma il purosangue inglese è il cavallo più bello ed intelligente di tutti e con grande entusiasmo mi sono concentrato su questa razza incredibile e molto perspicace.
Cavalli che provengono dalle corse?
Sì. Al galoppo non si può aspettare, perché devono rendere subito, io invece so aspettare. Per adattare un cavallo al Polo ci vogliono da uno ai tre anni. Ma ne vale la pena. Chi prova questa disciplina non la lascia più.
Quindi i cavalli da corsa si possono adattare senza stress?
Il benessere del cavallo prima di tutto. Devono lavorare con tranquillità. E' uno sport veramente faticoso e in questo sport il 70% della fatica la fa il cavallo e quindi non deve mai arrivare usurato. Un tempo dura sette minuti effettivi, fatti di scatti improvvisi e accelerate. Una corsa al galoppo ha dei tempi più ridotti e il percorso al massimo è in pista dritta o mezze curve.
E' vero che i giocatori professionisti argentini le fanno i complimenti per come sono i suoi allievi quando li vedono entrare in campo?
Sì, è vero ne restano affascinati e mi fanno i complimenti. E' un grosso motivo di orgoglio per me visto che nell'America del Sud è uno degli sport nazionali.
Mi dice a grandi linee le regole del Polo?
La regola principale è che si gioca solo con il braccio destro. La stecca deve essere tenuta solo da questo lato. Io, che sono mancino, ho dovuto cambiare tutta la mia impostazione. Le quattro redini si tengono nella mano sinistra, più il frustino, che io non uso quasi mai, e sulla destra la stecca, appunto. Il professionista viene pagato da chi viene ingaggiato e i premi non sono mai in soldi. Più è alto il goal, l'handicap, e più il torneo è prestigioso. Il top del top si gioca in Argentina, allo stadio Palermo, una competizione di 40 Goal che possiamo paragonare alla Champions League di calcio. In Europa non si arriva mai a quei livelli. I Nostri tornei sono paragonabili alla Serie C italiana. Si gioca in quattro. E i numeri della maglietta corrispondono a questi ruoli: Il n.1 è l'attaccante, il n.2 al regista, il n.3 è il centrocampista ed il n.4 il difensore.
Le donne giocano a Polo?
Sì certo. Quest'anno le Polo Ladies hanno il Mondiale che si disputerà in Italia, a Roma.
Con chi collabora nel mondo del galoppo?
Ho contatti con un'allevatrice che stimo molto come Isabella Bezzera, con allenatori come Bruno Grizzetti, dal quale ho preso una figlia di Dark Angel, Saf Ard, e dai fratelli Tavazzani, da quest'ultimi ho preso una purosangue che aveva un soprannome particolare Ombra e Kerry Capanet, a cui sono molto legato, cavalle che sono state molto ambite nell'ambiente perché reputate fortissime. Ma collaboro anche con altri allenatori di prestigio.
Va qualche volta all'Ippodromo?
Certamente, e per deformazione professionale guardo attentamente chi potrebbe avere le caratteristiche adatte al gioco del polo. Una fissazione la mia.
Non ha mai pensato di darsi al galoppo?
Come no, a forza di frequentarlo! Il prossimo anno partiremo con una fattrice che ho acquistato dall'allevamento della signora Bezzera. E vorrei farla accoppiare con uno stallone, Canto Corale, che appartiene sempre all' allevamento dove allenava il grande Federico Tesio.
Mi dice che rapporto ha con i suoi cavalli?
Mi innamoro follemente di tutti i cavalli che acquisto. Se il cliente non mi piace non glieli vendo. Li ho già pianti una volta, non reggerei mai ad un ulteriore dolore. La bellezza di queste creature è troppo preziosa per me.